A cura di Michael Mohr Mac Leod e Rosirish
La necropoli di Frög è uno dei principali siti archeologici della zona carinziana di Villach, 30 km dal confine con l'Italia. E' situata nei pressi di Rosegg, antico centro fortificato di origine hallstattiana.
In tutto il teritorio carinziano, all'inizio dell'epoca di Hallstatt (IX sec. A.C.) sorsero numerosi insediamenti su alture naturali, che oltre ad avere carattere difensivo, divennero centro delle attività economiche e sociali delle popolazioni limitrofe. Attorno alle fortificazioni si trovano spesso delle necropoli; quella di Frög in particolare si estende su una superficie di 5 ettari, comprendendo circa 500 tumuli costruiti nell'arco di 300 anni.
La necropoli fu scoperta da Friederich Seidl nel 1882, durante dei lavori agricoli. Per molto tempo i tumuli furono depredati; fortunatamente alcuni rimasero intatti. Le ricerche archeologiche cominciarono nel 1883 sotto la K.K. Central-Commission für Kunst und Historische Denkmale (l'imperial regia Commissione centrale per l'arte e i monumenti storici) e si protrassero fino al 1892. Successivamente gli scavi passarono sotto il controllo della Società Antropologica Viennese venendo ampliati ed intensificati fra il 1962 e il �69. I reperti sono stati distribuiti tra il Landesmuseum für Karenten, il museo civico di Villach e il Naturhistoriches Museum di Vienna, oltre al piccolo museo situato in loco.
La sepoltura in tumuli è tipica del primo periodo hallstattiano, ma vi sono alcune caratteristiche che distinguono in particolare l'area carinziana da quelle circostanti; era usanza seppellire nei monumenti funerari persone di alto rango e spesso vi si raggruppavano intere famiglie o gruppi, invece in questo caso le tombe sono singole, anch'esse comunque riempite con un corredo di armi e oggettistica ad accompagnare il defunto. Altra particolarità è il fatto che i corpi venissero cremati anziché inumati; si bruciava su una pira il corpo, completo di abiti ed effetti che evidenziavano il rango del defunto(gioielli e oggetti preziosi), dopodiché i resti venivano accuratamente raccolti e lavati, per poi essere deposti nell'urna.
A Frög è possibile vedere la ricostruzione di come doveva essere allestita una camera funeraria: la stanza poteva essere di forma circolare, quadrangolare o poligonale, con pareti e pavimentazione in legno, ricoperta poi da pietre. Era piuttosto ampia in modo da contenere, oltre all'urna, tutta una serie di oggetti (vasellame, spade di bronzo, lance, asce, elmi e finimenti per i cavalli), inoltre sono tipiche di questa necropoli delle piccole statuine in piombo, raffiguranti uomini, cavalli, ed altri simboli legati agli elementi fondamentali della cultura celtica.
Le figure in piombo risalgono circa al VII secolo a.C., ve ne sono moltissime di cavalli (in un solo tumulo ne sono state ritrovate 48) ed altre raffiguranti cavalieri con il fallo eretto in groppa a stalloni; oppure ruote a raggi e uccelli acquatici che sono collegabili alla simbologia del sole e dell'acqua, considerati elementi sacri ed essenziali alla vita. Anche il cervo sembra avere un'importanza particolare, cosa insolita dato che i popoli vicini erano invece adoratori del toro.
L'oggetto in assoluto più particolare ritrovato finora nelle tombe di Frög è la miniatura di un carro in piombo:
venne alla luce nel 1883 e rappresenta un modello simile a quelli rinvenuti nelle tombe delle classi elitarie di Hallstatt. Le ruote misurano 6 cm di diametro, hanno 10 raggi e larghi cerchioni, vi sono ancora alcune assi del cassone e la lunghezza totale è di 18 cm. Assieme ad esso erano presenti 12 cavallini, che per numero eccessivo e dimensioni sproporzionate si ritiene non appartengano direttamente al manufatto. Questo manufatto potrebbe rappresentare il carro del defunto come anche simbolicamente un mezzo di trasporto per l'oltretomba, secondo l'antica credenza religiosa dell'epoca.
Dai reperti emergono anche i rapporti commerciali dei carinziani con le altre popolazioni più o meno vicine. Spesso i luoghi di deposito delle materie prime, come anche Hallstatt, divenivano veri e propri mercati per i prodotti finiti e le varie merci. A Frög sono stati rinvenuti un corno e numerosi vasi decorati di tipo danubiano, vasi con fasce rosso-nere di provenienza germanica, altri recipienti tipici della cultura paleoveneta di Este, armi e vasellame in bronzo italico e tutta una serie di oggetti che denotano floridi e intensi scambi commerciali anche con culture lontane.
L'agricoltura e l'allevamento erano fra le maggiori fonti di sostentamento ed è stato possibile ricostruire abitudini e metodi di lavoro anche in questi ambiti.
L'orzo e il farro erano le più importanti specie di cereali nell'Europa centrale durante l'età del ferro e del bronzo. Era in uso il metodo della rotazione delle colture: l'orzo veniva coltivato in estate, il farro in inverno e, similmente all'epoca medievale, era prevista anche una fase di coltura della maggese. Una delle basi alimentari dell'epoca era un minestrone d'orzo; ciò si è anche potuto verificare dall'analisi degli escrementi umani rinvenuti nelle miniere di Hallstatt. Nell'età del ferro era comune anche la coltivazione del miglio, da utilizzare come foraggio insieme alla fava o cucinato come polenta. La sostituzione delle falci in bronzo con quelle di ferro, dalla lama più compatta e resistente, portò un considerevole miglioramento nella mietitura. Si allevavano bovini, pecore, capre e cavalli, mentre il mantenimento del pollame è rilevato solo verso il 600 a.C.
Gli scavi a Frög stanno procedendo e negli ultimi anni sono stati fatti dei lavori per agevolare le visite dei turisti, allestendo un percorso fra i tumuli, dove è stata ricostruita una riproduzione di luogo di culto in mezzo al bosco. Il museo offre interessanti spiegazioni, riproduzioni dei principali ritrovamenti, e in tutta l'area circostante si possono notare tumuli non ancora esaminati dagli archeologi